Non riesco a parlare, anche a scuola ai miei studenti, che possono testimoniare, di Alexander McQueen, senza che mi si formi un groppo in gola.
Ho amato molto il genio della moda inglese, ho perso la testa davanti ad alcune sue collezioni, che ancora sono per me esempio di come ci si deve approcciare alla creatività di moda.
Lee, come lo chiamano i fan, raccontava storie, spesso attraversati da fantasmi, forse quelli della mente, forse quelli che ce lo hanno portato via.
Riscoprirlo attraverso queste due pubblicazioni, scovate al MIP di San Lazzaro, è un dovere per ogni fashion addicted che si rispetti.
E anche se Sarah Burton sto portando avanti un ottimo lavoro come creative director del marchio…a noi McQueen manca tanto, tantissimo.
Stefano Guerrini
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